Manuscript #18 (Unknown Place in 2019)

Nel 2003 mi ero laureato da poco e avevo iniziato un nuovo percorso di studi. Insegnavo lingue un po’ da una parte e un po’ dall’altro, lavoricchiavo e cercavo di capire quale sarebbe stata la mia vita futura. Non sapevo che strada avrei preso e la musica era una delle mie poche certezze. Non sapevo che da lì a poco tempo qualcosa si sarebbe mosso a mia insaputa. Avrei cominciato a lavorare in ambito video (e fotografico), avrei conosciuto la

persona con la quale mi trovo a gestire due piccoli animaletti creativi e mattacchioni e tante altre cose. Dopo aver studiato chitarra col mitico Roberto Di Virgilio, il quale nonostante fossi uno dei suoi peggiori allievi ebbe il coraggio persino di farmi suonare in pubblico durante un suo workshop, cominciai a suonare con molti gruppi (non li cito tutti, ma sappiate che in qualche modo ognuno di essi ha fortemente influito sulla mia vita di tutti i giorni e vi ringrazio per questo). Poi una casualità, un “vuoi venire a provare con noi” portò a creare una realtà nuova che non è stata incredibile per il risultato musicale che ha ottenuto, ma per l’alchimia che ha fatto nascere fra 5 persone (4+1 potremmo dire). Perché la musica ha delle sue regole inspiegabili e quando funziona riesce a unire in un modo così forte da prenderti l’anima. Non è la storia di un successo discografico, ma di un successo personale, della volontà di creare qualcosa e di esserci riusciti e anche in breve tempo. Una magia non infinita nel tempo, tre anni che però hanno lasciato qualcosa in me e nei miei amici che hanno condiviso questi momenti. Era il 2005, due anni e mezzo dopo quell’inizio casuale ci siamo ritrovati con 11 tracce in mano impresse in un disco – cd – che dopo 14 anni è diventato quasi un supporto obsoleto. Se non avessimo registrato questo disco quasi certamente non avrei sposato Loredana Argenti e le piccole pesti che corrono per casa non sarebbero mai nate. E fosse anche solo per questo sono felice di lasciarvi ascoltare queste tracce che non sono solo musica, ma significano qualcosa di speciale della mia vita.
Non posso non taggare Giorgio Grimaldi che ha composto e suonato l’ultima traccia, Alessia Petrini che mostra la sua versione più misteriosa in copertina e Christian Nolli (aka Christian Ice) per le ore divertentissime durante la registrazione del disco