Manuscript #10 – (Provence – 5th June 2019)

C’è un termine affascinante che è solitamente utilizzato con una accezione negativa. Anzi nella quasi totalità delle volte direi. Questa parola, che è uno stato d’animo, è “malinconia”. Non ci sono dubbi sul fatto che la malinconia possa essere un campanello d’allarme in determinati casi e che vada valutata in base a quello che è il vissuto e il presente di ogni singola persona. Ma non voglio parlare della “malinconia negativa”. Sì perché la malinconia può cullarci dolcemente, riportarci alla mente immagini del passato che ci sono care. Molte volte nelle giornate di pioggia guardo fuori dalla finestra e osservo le gocce appoggiarsi al vetro della finestra e ripenso alla voce di mio padre e me la ricordo come se ce lo avessi ancora qui con me. E’ un sentimento malinconico, ma mi strugge il cuore tutte le volte in modo positivo. Ripenso al suo sorriso e alla sua simpatia, non al fatto che non ci sia più. E sono felice, malinconicamente felice. Allo stesso modo un tramonto sul mare mi riporta alla mente e all’anima altre mille elucubrazioni e il sentimento è lo stesso. Chiudo gli occhi e sento il rumore del mare. Sono in pace con me stesso. Sento quel sottile velo di malinconia, che è lo stesso di quando sono lontano da casa e non posso vedere la mia famiglia e ripenso alle volte che ci siamo divertiti correndo sulle spiagge del Nord lanciando sassi nell’acqua. I sentimenti non sono nella testa, ma nella pancia. Allo stesso modo della musica. Non possiamo razionalizzarla, è il nostro corpo che ci dice se ci piace o no. Facciamo un respiro profondo e possiamo essere ovunque… o possiamo credere che sia così, che in definitiva è la stessa cosa

Grazie a Emanuele Marafante per questa foto meravigliosa